Testo critico, traduzione e commento
Testo critico, traduzione e note a cura di Antonio Piras.
In appendice la traduzione greca di Massimo Planude e la traduzione italiana di Zenobi da Strada.
“E tu impegnati e abbi per certo che non sei tu
che sei mortale, ma questo tuo corpo:
perché tu non sei quello che questa forma
sembra essere, ma ciascuno è ciò
che è la propria anima, non quell’immagine
che si può indicare con il dito
Col titolo di ’Sogno di Scipione’ (Somnium Scipionis) e noto un lungo frammento del libro VI del De re publica di Cicerone. In esso Scipione Emiliano racconta un sogno fatto vent’anni prima in cui 1’avo adottivo, Scipione Africano, gli rivela che l’immortalità e una dimora celeste attendono le anime degli
uomini di stato e dei benefattori che si sono adoperati per la patria. Il testo, divenuto autonomo rispetto all’opera complessiva, ebbe ampia circolazione fin dalla tarda antichità e poi nel medioevo a motivo dell’affinità delle sue dottrine col pensiero cristiano.
AUTORE
ANTONIO PIRAS è professore ordinario di Filologia classica e tardoantica presso la Facoltà di studi umanistici dell’Università di Cagliari. I suoi interessi di carattere essenzialmente filologico si estendono alla storia del cristianesimo e all’agiografia. Tra le sue pubblicazioni: Storia della letteratura patristica (Cagliari 2013), Manuale di Gotico. Avviamento alla lettura della versione gotica del Nuovo Testamento (Roma 2007 - Cagliari 2014)
Editore:
EDIZIONI METIS ACADEMIC PRESS
Genere:
Classici
Pagine:
120
Pubblicazione:
2021
ISBN:
9788831475068