Le origini del pensiero transculturale
Un saggio Accademico/Antropologico con forti risvolti interdisciplinari, fondamentale per riscoprire la `transculturazione` di Fernando Ortiz, un antidoto dinamico al pensiero unico e una bussola per comprendere la società globale e le sue contaminazioni.
DESCRIZIONE
La nuova edizione del libro Contrapunteo, (titolo originale) uno dei più importanti saggi antropologici del Novecento, pubblicato per la prima volta nel 1940, giunge opportuna in un momento in cui il panorama culturale e scientifico sembra rimanere fermo attualmente su posizioni di un pensiero unico e autoconfermante. Ferdinando Ortiz era antropologo ed etno-musicologo, candidato al Premio Nobel della pace nel 1955, immerso in un pullulare di lingue, culture, religioni, persone che attraversavano Cuba. In un caleidoscopio unico di laboratorio vivente e di mondo plurale, nacque il concetto di transculturacion per indicare l`attraversamento di culture e la loro contaminazione. In questo nesto passaggio "tra" - qualcosa si lascia e qualcosa si prende - (toma y daca). Tutti gli elementi sono dello stesso grado senza prevaricazione di uno sull`altro. Come chiosa Bronislaw Malinowsky, maestro di Ortiz, "è un processo nel quale ambedue i termini dell`equazione risultano modificati" (dall`introduzione). Con la metafora del contrappunto musicale l`autore vuole indicare come da una contrapposizione di note può nascere una polifonia, frutto di elementi diversi e di differente valore, saltando il discorso gerarchico delle note. Egli racconta la disputa fra due personaggi fantasiosi (donna azucar e don tabacco) per tratteggiare il mondo differente rappresentato con lo stesso valore e dignità da ciascuno dei due. Riconosce-re a ognuno ricchezza e originalità vuol dire mettere da parte graduatorie egemoniche e classificatorie. È anche un modo di ridare alla cultura il suo carattere dinamico, il suo divenire, il suo potenziale trasformativo, lontano dalle sirene di esotismi "etno". Il pensiero transculturale offre una chiave di lettura per una società in continuo movimento dove categorie stati-che non sono sufficienti all`operatore del terzo millennio per affrontare fenomeni complessi. Tale nuova figura si inserisce in un mondo dove contesti di cura, sistemi culturali i culturali e sociali si intersecano (e influenzano) a vicenda. L`approccio verso "lo straniero" può divenire un`occasione di crescita. É importante attraversare nuovi contesti di conoscenza, abbandonare posizioni culturocentriche secondo cui ogni società pensa che la sua cultura sia "centrale" rispetto al "resto" con cui interagisce. Si delinea un viaggio mentale, una mobilitazione dentro e fuori di sé per prepararsi a un nomadismo di pensiero-azione, necessario per bagnarsi in altro e nell`altro, contaminando e contaminandosi. L`incontro diventa un luogo fisico, psichico ed emotivo, dove espletare una comunicazione in carne e ossa, aperta a nuove acquisizioni nel processo di conoscenza, sia di chi chiede, sia di chi dà. La lezione di Don Ferdinando è più che mai viva: ogni spazio può diventare l`occasione per nuove composizioni e nuovi spartiti.
AUTORE
Fernando Ortiz Fernández (L`Avana, 1881 – 1969) Antropologo, etnologo ed etno-musicologo cubano, è una figura centrale delle scienze sociali e culturali del Novecento. Formatosi tra Spagna e Italia (dove approfondì studi in Diritto e in Antropologia Criminale), Ortiz ha dedicato la sua vita allo studio pionieristico della cultura cubana e afro-americana. Fu lui a coniare il concetto fondamentale di "transculturazione" nel suo saggio più celebre, Contrapunteo cubano del ta
Editore:
BORLA EDIZIONI
Pagine:
249
Pubblicazione:
2025
ISBN:
9788826319360