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12/03/2019 Un libro "BESTIALE"! ... E' arrivato il "BESTIARIO UMORISTICO"

Intervista a Tino e Luca autori del “BESTIARIO UMORISTICO” - Ed. Festina Lente

È in uscita in questi giorni in libreria il nuovo libro di Tino Adamo e Luca Barbieri, Bestiario umoristico, pubblicato per i tipi di FESTINA LENTE EDIZIONI e distribuito da Byblos. La genesi del libro, interamente illustrato e a colori, è decisamente singolare in quanto, come spiegano i due autori nelle prime pagine introduttive, è nato per “colpa”, o forse sarebbe meglio dire per merito di un piano di scale.


L'INTERVISTA A TINO E LUCA 

D. - Due parole di presentazione per i lettori del blog di Byblos.

Tino. – Ciao a tutti, sono Tino Adamo e col mio socio e collega Luca Barbieri (lavoriamo entrambi nella redazione della Sergio Bonelli Editore, la casa editrice di Tex e Dylan Dog) vorrei farvi conoscere il Bestiario umoristico, un libro edito da Festina Lente edizioni, che alza l’asticella dell’evoluzione animale di almeno due spanne rispetto alle teorie di Darwin. Io e Luca ci siamo divertiti a giocare coi nomi e le caratteristiche di 108 bestie con l’intento di fare sghignazzare i lettori, e onestamente devo ammettere che finora ho potuto constatare reazioni addirittura esagerate. Ne sono lusingato, significa che l’obiettivo è stato raggiunto. Oltre alle nostre folli bestiole, il libro contiene ben due prefazioni, firmate da esimi autori dell’arte sequenziale quali Alfredo Castelli e Moreno Burattini.

Luca - Ciao a tutti: mi chiamo Luca Barbieri, ho 42 anni e sono genovese, nato nel quartiere di Sampierdarena. Sono laureato in Legge e iscritto all’albo dei giornalisti; ho lavorato in banca fino al 2015, anno in cui ho ricevuto una proposta di lavoro come redattore dalla Sergio Bonelli Editore, con la quale collaboravo già da alcuni anni. Ho dato le dimissioni dalla banca e ho iniziato questa nuova avventura! E, per inciso, proprio in Bonelli ho conosciuto il mio fratellone Tino, che mi ha portato sulla “cattiva strada” del Bestiario… lui dirà lo stesso di me, ma non credetegli! 

D. – Raccontateci di come avete iniziato a disegnare

Luca - Disegno e scrivo sin da quando ho imparato a tenere una matita in mano. Non potrei dirti esattamente quando, sono quelle cose che, nella memoria, ci appartengono da sempre. Posso però dirvi cosa ricordo di aver iniziato a copiare per primo: i Puffi e i disegni di Silver.

Tino - Fin dall’infanzia, mi figuro con la matita in mano, alle prese con fogli e quaderni sui quali disegnare e scrivere storie. Quand’ero bambino trovavo fumetti ovunque. Ce n’erano in casa mia come in quelle di tutti i parenti e gli amici, le edicole esplodevano delle più svariate testate per ragazzi e io sono sempre stato un vorace lettore, curioso e appassionato anche di natura, animali e addirittura fanatico del vecchio West, dell’avventura in qualsiasi contesto storico, e ho sempre lasciato aperta la porta della fantasia. Tanti stimoli che mi hanno dato, in forma inconscia, un orizzonte verso il quale convergere, in età più adulta. Disegnare per me è sempre stata una necessità, lo facevo sempre e ovunque, in maniera figurativa, perché ero un ragazzino serio. Solo in adolescenza, quando mi sono trasformato in un simpatico giullare, il mio segno ha virato naturalmente verso uno stile più umoristico. Da quel momento le mie due anime hanno iniziato un braccio di ferro continuo, e sebbene il mio lavoro principale (correggo i disegni degli albi editi dalla Bonelli, prima della stampa) mi costringa a imitare gli stili di autori figurativi, ho bisogno di sfogare la “mano” con occasionali collaborazioni nello stile umoristico, per me più facile e divertente e che mi richiede uno sforzo minore. Lo stesso discorso vale per la scrittura, nella quale passo dal dramma alla comica quasi per inerzia. 

D. – Qual è il vostro metodo di lavoro

Tino – Io e Luca abbiamo due stili di disegno molto differenti, siamo più affini come scrittori, perché in quanto a senso dell’umorismo, siamo gemelli separati alla nascita. Il Bestiario umoristico è nato per gioco, scambiandoci, in redazione, dei post-it sui quali ci divertivamo a disegnare i più strampalati animali. Quando abbiamo deciso di trasformare quella quantità di scarabocchi in un libro, ognuno ha realizzato in “bella” la medesima quantità di illustrazioni, che ho poi colorato digitalmente con Photoshop. Per quanto riguarda la mia metodologia, solitamente preparo un bozzetto iniziale a matita ben definito, che in seconda battuta ricalco sulla carta Fabriano4 con l’ausilio di un tavolo luminoso. Quindi ripasso il disegno, usando un pennello Winsor & Newton n.3 e l’inchiostro di china. Rifinisco con pennarelli calibrati e, per i disegni in bianco e nero copro eventuali sbaffi col bianchetto. Per la colorazione manuale prediligo gli Ecoline, anche se ultimamente mi viene richiesta sempre più spesso la colorazione digitale, perché al giorno d’oggi i committenti preferiscono i file agli originali, per ovvi motivi di filiera/stampa. Per quanto riguarda la scrittura, io vivo in simbiosi con block notes e biro, perché le idee vanno buttate giù quando arrivano, altrimenti volano via, come uccellini che si poggiano sul ramo e un istante dopo non ci sono più. Quando ho ruminato l’idea, scrivo uno schizofrenico plot, sequenze spezzettate, parti di dialogo. In seguito costruisco una scaletta, avendo bene in mente quale sia il finale. Poi comincio il taglia e cuci. Una volta terminato, passo lo scritto ad alcuni amici addetti ai lavori, raccogliendone i suggerimenti, mi confronto con Luca, riscrivo puntigliosamente i passaggi “deboli”, insomma, non lascio nulla al caso.

Luca – Il metodo è molto istintivo. Generalmente schizzo su carta l’idea che ho in testa: la mano scorre da sola, quasi fosse come quella di Ash ne “La casa”: sembra posseduta, si muove da sola; e anch’io, talvolta, rimango meravigliato da ciò che rimane disegnato sulla carta. Magari volevo disegnare un alligatoro ed è venuto fuori uno spiccione… chi può dirlo prima che accada? Fatta la matita, ripasso con dei pennarelli neri. Niente pennello, semplicemente perché sono un pasticcione e sbafferei tutto… e poi, il mio disegno è talmente lineare e semplice da non richiedere particolari tecniche di inchiostrazione! 

D. – Quali sono i fumetti che preferite? Bestiario umoristico escluso ovviamente.

Luca - Una domanda impossibile… passiamo oltre? Adoro TUTTI i tipi di fumetto, dalle historietas argentine ai manga giapponesi, passando per le bedè franco-belghe e i comics americani. Ma se devo obbligatoriamente dare un voto di preferenza, scelgo i fumetti nostrani, quelli della Bonelli, Tex e Ken Parker primi fra tutti. Il western, infatti, è il mio pane quotidiano: ho anche una Colt nascosta nello zaino che mi porto sempre dietro. Ho scritto diversi libri sulla grande Frontiera americana, e altri intendo scriverli. Per spiazzare gli ascoltatori, poi, “sparo” un titolo a sorpresa: Bella e Bronco di Gino D’Antonio. Di cosa si tratta? Beh, se non conoscete questo fumetto, dovete assolutamente scoprirlo!

Tino – Sono sempre stato un vorace lettore di fumetti. Ho avuto modo di apprezzare centinaia di autori che hanno fatto la storia di questo media e sono passato dai classici caposcuola statunitensi agli estrosi autori franco-belga, dai grandi fumettisti nostrani ai notevoli disegnatori di linea latina, sudamericani e spagnoli. Il mio fumetto/icona è senza dubbio la Storia del West e il mio autore preferito è Gino D’Antonio. Ken Parker, Zagor e Mister No seguono a ruota, tra i personaggi bonelliani. Adoro i grandissimi Sergio Toppi, Dino Battaglia, Renzo Calegari, Victor De la Fuente, i Breccia, Cavazzano, Jacovitti che era un genio totale, l’elegante tratto di Ferdinando Tacconi, le Sturmtruppen di Bonvi, strisce come Andy Capp, Calvin & Hobbes, la saga di Asterix, il Condorito del cileno Pepo, il Conan di “Big” John Buscema. Sto collezionando avidamente l’ultima edizione del Principe Valiant di Foster. E mi fermo qui, altrimenti ridurrei questa domanda a un interminabile elenco di nomi… vintage, tra l’altro. E’ a causa della mia età, suppongo, e nel fumetto c’è anche la questione, affatto relativa, dell’imprinting!

D. – Progetti futuri?

Tino – Ho terminato il mio primo romanzo, al momento opzionato da una Casa Editrice milanese, che spero di pubblicare a breve. Parlando del connubio col mio amico/socio/collega Luca Barbieri, abbiamo sicuramente da seguire il nostro Bestiario, l’idea è di proporlo nel più alto numero di manifestazioni attinenti il fumetto, per pubblicizzarlo a dovere. Se il libro avrà fortuna, proporremo a Marco Mari un seguito: il Bestiario 2, poiché disponiamo di parecchio materiale inedito. Marco è il coraggioso editore sotto il cui marchio (Festina Lente Edizioni) abbiamo pubblicato il nostro libro. È anche ormai un amico, davvero una bella persona, e colgo l’occasione per ringraziarlo. Ma non finisce qui, i cassetti miei e di Luca traboccano di progetti umoristici, che sottoporremo al paziente Marco nei prossimi mesi.

Luca - In parte ti ho risposto prima, ma, limitandomi alle cose disegnate, direi che il primo progetto è fare la seconda parte del Bestiario, visto che io e Tino “avanziamo” ancora un bel po’ di animali strani e curiosi (e spassosi, soprattutto). Abbiamo poi in mente una striscia comica della quale lui (che disegna per lavoro) farebbe i testi mentre io (che scrivo per lavoro) farei i disegni… chissà che accidenti ne verrà fuori!

Dimenticavo: il Bestiario umoristico ha anche una pagina Facebook, tutta da ridere e con le numerose foto dei vip che se lo sono già accaparrato, visitatela e mettete i vostri “Mi piace”

fonte: Editrice Festina Lente
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